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21 novembre 2024, Aggiornato alle 16,10
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Logistica

Cantieri, valichi e crisi internazionali mettono in difficoltà il cargo ferroviario

Quest'anno il traffico nazionale dovrebbe calare di oltre il 6 per cento con perdite per 90 milioni di euro. Fermerci e FerCargo scrivono al ministero delle Infrastrutture Salvini

(Cityswift/Flickr)

«Le continue interruzioni delle linee ferroviarie, causate dai lavori del PNRR fino al 2026 – continua la lettera - stanno determinando una riduzione della capacità di trasporto superiore al 50 per cento nel 2024, con punte dell'80 per cento durante i mesi estivi». Lo scrivono Fermerci e FerCargo in una lettera indirizzata al ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Il settore sta affrontando tutta una serie di difficoltà logistiche e territoriali da ormai diverso tempo, spiegano le due associazioni, con il traffico ferroviario merci in calo nel 2023 e con una previsione fosca per il 2024. A ciò si aggiungono, spiegano gli operatori, le chiusure dei valichi alpini, tra cui il Frejus e il San Gottardo, con «gravi ripercussioni sull'intero sistema logistico italiano. Questi problemi, insieme a eventi naturali come le alluvioni in Emilia-Romagna e Toscana e la crisi del Mar Rosso, stanno provocando un crollo del traffico merci ferroviario, con una perdita del 3,2 per cento nel 2023 rispetto all'anno precedente e una previsione di ulteriore calo del 6,7 per cento nel 2024. Il danno economico stimato per il 2024 è di circa 90 milioni di euro, con prospettive simili per i successivi due anni».

«Le condizioni insostenibili in cui gli operatori del settore ferroviario merci sono costretti a lavorare, senza alcun riscontro o supporto richiesto da mesi - continua la lettera - rendono la situazione non più sostenibile. Questo crea profondi disagi al sistema industriale italiano e alle economie locali. Chiediamo con forza un intervento urgente del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, guidato da Matteo Salvini, per evitare una crisi disastrosa dalle conseguenze imprevedibili».

«Questo contesto – concludono - non solo impedisce lo sviluppo del settore e il riequilibrio modale, ma rischia di compromettere l'integrità e il futuro delle imprese e dei circa 15 mila lavoratori impiegati. Ribadiamo la nostra disponibilità, in qualsiasi momento, a confrontarci con tutti gli interlocutori istituzionali per individuare e attuare immediatamente le soluzioni necessarie a superare questa crisi».

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Tag: ferrovie