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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Politiche marittime

Cagliari, cassa integrazione per il terminal container

Oggi l'accordo al ministero del Lavoro per scongiurare il licenziamento dei 210 dipendenti del Cagliari International Container Terminal

(Antonio Alcaraz Albero / twitter: @PilotHarbour)

Scatta la cassa integrazione di un anno per i 210 lavoratori del Cagliari International Container Terminal. Lunedì, all'assessorato regionale del Lavoro della Sardegna, è stato firmato un preaccordo tra Regione, azienda e sindacati. Oggi, al ministero del Lavoro, è prevista la firma definitiva che confermerà il ricorso all'ex articolo 44 del dl 109/2018, "decreto Genova". La misura è pari all'ottanta per cento dello stipendio (71% a carico dello Stato, 9% della Regione).

Inserita nel "decreto Genova", spiega William Zonca, segretario generale per la Sardegna di Uiltrasporto, «si tratta di un tipo di cassa integrazione che è stata ripristinata da poco per la disgrazia accaduta a Genova, e che viene utilizzata dalle aziende che cessano l'attività o che sono in procinto di cessarla, e che va a tutela dei lavoratori».

Una misura che rappresenta un primo passo verso l'uscita dalla crisi per il polo di trasbordo, dopo l'addio di Hapag Lloyd e del terminalista Contship Italia. «Abbiamo intenzione comunque di continuare la grande battaglia per riportare il transhipment a Cagliari», ha commentato Massimiliana Tocco, segretaria generale Filt-Cgil di Cagliari.

«È stato scongiurato il licenziamento dei 210 lavoratori della Cict. Abbiamo firmato il verbale con cui l'azienda chiede la cassa integrazione straordinaria, come previsto. Un secondo verbale, invece, contiene il pre-accordo per le politiche attive, condizione indispensabile affinchè l'azienda possa richiedere la cassa integrazione per 12 mesi», ha spiegato l'assessore regionale al Lavoro, Alessandra Zedda. «Con il loro inserimento - conclude - nei piani di formazione, previsti nelle politiche attive, e l'auspicio del rilancio del Porto Canale di Cagliari, speriamo di contribuire a una ripartenza per un loro prossimo lavoro». 

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