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25 novembre 2024, Aggiornato alle 17,16
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Biglietti cari, servizio scarso: multa di 3,7 milioni per Caronte & Tourist

L'Antitrust contesta alla principale compagnia che collega lo Stretto di Messina eccessività e iniquità delle tariffe, a fronte di una flotta con un'età media di 27 anni

(John Menard/Flickr)

L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha multato la compagnia marittima Caronte & Tourist, che collega lo Stretto di Messina, con una penale di 3,7 milioni per il prezzo eccessivo dei biglietti in un contesto di «assoluta dominanza nel traghettamento passeggeri con auto al seguito sullo Stretto di Messina», sfruttando «il suo potere di mercato per applicare prezzi ingiustificatamente gravosi per i consumatori».

L'indagine dell'Antitrust ha accertato due violazioni: un'eccessività delle tariffe e un'iniquità del valore economico, ovvero una sproporzione «irragionevole» tra il prezzo del biglietto e il servizio reso. 

In un comunicato, Caronte & Tourist ha giustificato questa situazione parlando di tariffe che «hanno fin qui garantito la sostenibilità economica di un servizio che storicamente assicura collegamenti frequenti, rapidi, puntuali, h24 e in ogni condizione meteomarina». Infine, per quanto riguarda i prezzi dei biglietti, ha detto che sono stati mantenuti «sostanzialmente costanti negli ultimi 40 anni».

Caronte & Tourist, scrive l'organismo di controllo nazionale del mercato, «applica tariffe molto più elevate rispetto agli operatori attivi su rotte comparabili, che peraltro offrono servizi decisamente più evoluti. Il differenziale di prezzo rispetto al benchmark non è dunque giustificato dal livello qualitativo del servizio offerto».  Inoltre, la flotta della compagnia è caratterizzata da un'età media molto elevata, 27 anni, e «il servizio di traghettamento viene giudicato scarso dalla maggioranza degli utenti».

L'ulteriore aggravante è data dalla strategicità del servizio, lo Stretto di Messina, il collegamento territoriale tra la Sicilia e la terraferma, dove ogni anni passano milioni di persone, circa 8 milioni negli anni precedenti la pandemia.

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