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Infrastrutture

Battezzata Yara Birkeland, la prima portacontainer elettrica e autonoma

Costruita da Vard, costata 25 milioni di euro, è molto piccola ma importante per capire dove spingere il trasporto marittimo senza emissioni ed equipaggio

Un momento del battesimo di Yara Birkeland, a Brevik, in Norvegia. 29 aprile 2022

Consegnata nel 2020, varata nel 2021, Yara Birkeland è stata battezzata ed entrata in servizio in Norvegia. Costruita dai cantieri locali Vard – società controllata da Fincantieri – è la prima portacontainer elettrica e autonoma, o quasi. È stata ordinata da uno dei principali produttori di fertilizzanti al mondo, Yara International.

La cerimonia si è tenuta a Brevik venerdì scorso e corona sei mesi di test e prove in mare,  curati dalla divisione marittima di Kongsberg. In una prima fase, che si è tenuta fuori il porto di Horten, a Sud di Oslo, un equipaggio a bordo c'era, ma senza un ponte di comando a disposizione, solo una postazione ricavata da uno degli slot per i container. Essendo così particolare, i prossimi due anni rappresenteranno, seppur in servizio, una lunga prova in mare. Essendo elettrica e a guida autonoma, non può essere paragonata alle grandi portacontainer tradizionali. È una piccola unità da 120 TEU (è lunga 80 metri e larga 15), di 3,200 tonnellate di stazza, alimentata da 20 batterie da 6,8 Mwh. La propulsione è affidata a due pod azimutali da 900 kW, coadiuvati da due propulsori laterali da 700 kW, spingendola a una velocità di crociera fino a 7 nodi. È orientata al cabotaggio, ad alta tecnologia, utile anche a capire che direzione dare all'automazione in campo navale per questo tipo di trasporto. 

Yara Birkeland ce l'ha un capitano, si chiama Thomas Fevang ed è stato al comando della nave durante la prima fase delle prove in mare. Durante il battesimo di Brevik, Fevang ha spiegato che la nave è dotata di telecamere, all'interno e all'esterno, inclusa una per la visione notturna, e di un radar e di sistemi di intelligenza artificiale che permettono di individuare gli ostacoli.

Opererà a Sud di Oslo, tra i porti norvegesi di Brevik, Larvik e Porsgrunn, zone ad intenso traffico di automezzi. A Porsgrunn, tra l'altro, Yara International sta realizzando un terminal autonomo (ne avevamo parlato qui). La principale merce movimentata in questa regione è il fertilizzante, la metà del quale viene esportato in Asia. Il contributo di Yara Birkland dovrebbe arrivare a decongestionare il traffico locale di 40 mila mezzi pesanti l'anno (anche se sono calcoli precedenti l'arrivo della pandemia).

Il progetto nasce nel 2017 e il contratto tra Vard e Yara International è stato firmato ad agosto 2018, al costo di circa 25 milioni di euro, circa il tripo di un ipotetico prezzo per una portacontainer tradizionale di questa capienza. Lo scafo è stato realizzato nello stabilimento Vard di Braila, in Romania, su un disegno di Marin Teknikk con la collaborazione degli ingegneri di Yara.