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30 dicembre 2024, Aggiornato alle 14,49
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Logistica

Autorità Regolazione Trasporti, gli spedizionieri non vogliono pagare il tributo 2024

Confetra, Alsea e Spediporto e Anita contro gli obblighi contributivi, che secondo loro violano il libero mercato. Fedespedi: "L'autorità non ha competenze sull'attività di spedizione"

Alessandro Pitto, presidente di Fedespedi

«Alla luce della liberalizzazione del settore, troviamo illegittimo e irragionevole che le nostre imprese debbano essere soggette agli obblighi dichiarativi e contributivi verso ART». Lo afferma il presidente di Fedespedi, Alessandro Pitto, in merito al contributo annuale all'Autorità di Regolazione dei Trasporti, o ART. Nata nel 2011, il settore della logistica e dei trasporti (autotrasportatori e spedizionieri in primis) è sempre stato contrario al pagamento del tributo annuale a questa autorità. Nei giorni scorsi Confetra, in cui confluise Fedespedi, ha avanzato critiche simili

«L'attività di spedizione - continua Pitto - non è soggetta ad alcuna limitazione in termini di libera circolazione dei servizi e di concorrenza e, dunque, non c'è forma di regolazione da applicare al settore: registriamo, infatti, l'assenza dell'esercizio delle competenze regolatorie di ART sull'attività di spedizione».

La posizione di Fedespedi è a fronte del recente provvedimento espresso dal TAR del Piemonte (ART ha sede a Torino), che ha respinto l'istanza di sospensione - avanzata dalle associazioni di categoria Confetra, Alsea e Spediporto e Anita - della delibera con cui l'ART a fine del 2023 ha individuato le categorie tenute al pagamento del contributo. Il ricorso al TAR del Piemonte riguarda l'annullamento della delibera n. 194/23 recante "Misure e modalità di versamento del contributo dovuto all'Autorità di regolazione dei Trasporti per l'anno 2024".
 
«La disciplina che regola ART e, in particolare il sistema di contribuzione in ultimo come definito dalla Delibera n.194/2023 - aggiunge Ciro Spinelli, vicepresidente di Fedespedi - è sospettata di violare i principi unionali fissati agli articoli 56 e 107 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea con riguardo alla libera prestazioni dei servizi e alla non discriminazione di mercato». Fedespedi, oltre al provvedimento  al TAR, è intervenuta anche presso le istituzioni europee depositando una denuncia alla Commissione europea per inadempimenti del diritto europeo.
 
«Il contributo del settore dell'autotrasporto, escluso definitivamente dall'ultima delibera ART - continua Pitto - è stato sostituito dal contributo richiesto alle imprese di spedizioni. Sull'obbligo contributivo per il 2024 impatta inoltre il livello di fatturati registrati dalle imprese di spedizioni nel 2022, anno di riferimento per il calcolo del contributo dell'anno in corso: oltre 30 miliardi di euro, derivanti dalla dinamica esplosiva della domanda di trasporto e dell'inflazione registrata nel post-pandemia».

Tag: fedespedi