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03 dicembre 2024, Aggiornato alle 18,12
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Armatori - Infrastrutture

Autoproduzione, Unione Sindacale di Base: "Una battaglia dei lavoratori portuali"

L'organizzazione ribadisce in una nota la sua posizione in merito alle recenti sentenze del Consiglio di Stato e al commento da parte dell'avvocato di GNV

(Ph: PortNews)

"Sul tema dell'autoproduzione nei porti si sta giocando, ormai da tempo, un feroce braccio di ferro tra compagnie armatoriali e imprese e cooperative portuali". L'Unione Sindacale di Base (Usb) ribadisce in una nota la sua posizione in merito alle recenti sentenze del Consiglio di Stato e al commento da parte dell'avvocato di GNV (invocante una maggiore apertura il tal senso), che è solo uno dei tasselli di questa guerra che al momento si sta giocando più nelle aule dei tribunali che sulle banchine. "Perché è bene ripeterlo in premessa – avverte Usb - evitando prese di posizioni ipocrite e strumentali, alla nostra organizzazione sindacale arrivano decine di segnalazioni di casi di autoproduzione ‘non autorizzata' in diversi porti italiani".

Il Consiglio di Stato si è pronunciato sul ricorso che GNV (controllata MSC) aveva opposto a due sentenze del Tar di Genova, relative ai dinieghi opposti dall'Authority alle richieste di autorizzazione ad affidare a personale marittimo le cosiddette operazioni di rizzaggio e derizzaggio del carico riservate ai lavoratori portuali. La sentenza ha stabilito che la compagnia di navigazione possa, in taluni casi, integrare il lavoro portuale di terra anche con il lavoro del personale di bordo.

"I tentativi da parte delle compagnie armatoriali, nel silenzio più o meno consapevole dei vari soggetti portuali, di utilizzare personale marittimo per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio, si susseguono ormai quasi quotidianamente – spiega Usb –. Salerno è sicuramente il caso più emblematico con i portuali Intempo, che hanno portato avanti la battaglia proprio contro l'autoproduzione, ‘allontanati' e lasciati senza turni, sembra, per volere dello stesso armatore. Ma anche Palermo, Livorno, Trieste e via dicendo".

"Se da una parte – osserva l'Unione Sindacale di Base – il quadro normativo al momento non sembra mutato, nonostante le dichiarazioni dell'avvocato GNV, dall'altra è chiaro che è solo una questione di tempo. Senza una reale opposizione prima di tutto da parte dei lavoratori portuali, il rischio che alla fine l'autoproduzione, o per meglio dire la totale e definitiva liberalizzazione del sistema del lavoro portuale, rischia di arrivare molto presto".

"In conclusione: siamo convinti – rende noto Usb – che si debba, nell'immediato, proseguire nella denuncia puntuale di ogni tentativo di autoproduzione non autorizzata così come è stato fatto, ad esempio a Salerno con un esposto direttamente alla Procura della Repubblica. Occorrerà poi fare pressioni sulle AdSP, affinché qualsiasi eventuale richiesta di autorizzazione abbia effettivamente i requisiti; questi, al momento, restano quelli di sempre e cioè l'assenza, all'interno del singolo porto, di società o cooperative portuali art 17 comma 2 o comma 5 che possano svolgere le operazioni portuali e il rispetto tassativo della L 585 all'art 8, cioè che le compagnie armatoriali utilizzino personale esclusivamente adibito alle operazioni portuali. Ma, più in generale, serve una presa di coscienza da parte dei lavoratori portuali rispetto agli enormi rischi che si materializzeranno nei prossimi mesi e anni".