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22 aprile 2025, Aggiornato alle 14,49
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Infrastrutture

Autonomia finanziaria, allo studio una bozza

Il governo potrebbe proporre al prossimo CdM una norma che permette ai porti la trattenuta dell'1 per cento di Iva e accise, pari a circa 80 milioni


Autonomia finanziaria, a volte ritornano. Secondo quanto scrive il Secolo XIX il governo sta studiando una norma da inserire all'interno del decreto Infrastrutture, che potrebbe essere discusso già nel prossimo Consiglio dei ministri in programma domani.
La bozza del provvedimento prevede l'1% di trattenuta d'Iva e accise nelle casse delle autorità portuali. Questa fetta sarebbe divisa in un 80 per cento "sul territorio" e un 20 in un fondo di perequazione per quegli scali che hanno meno traffico. C'è da chiedersi quale sarà il criterio che dividerà le 25 authority in queste due categorie. La norma costituirebbe la risposta di Mario Ciaccia, viceministro ai Trasporti, ad un incontro che ha presieduto il 13 aprile insieme a tutti i presidenti delle autorità portuali promettendo un impegno del governo proprio sull'autonomia finanziaria, sulla definizione dei poteri delle stesse Authority e su una regolamentazione più trasparente delle tariffe corrisposte dai servizi tecnico-nautici.
Quell'1 per cento, un po' risicato, sarebbe il frutto di un calcolo basato sui traffici 2010 dove, tra Iva e accise, sono stati portati nelle casse dello Stato 6,9 miliardi di euro, una cifra consistente rispetto alla media. L'1 per cento equivale a circa 70/80 milioni di euro, pari a loro volta al 20 per cento dello stanziamento medio annuale (410 milioni) destinato dallo Stato ai porti italiani tra il 1998 e il 2006.