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22 novembre 2024, Aggiornato alle 15,09
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Assarmatori: "L'autoproduzione è un diritto"

Per l'associazione degli armatori la sicurezza dei servizi non sono un'esclusiva dei lavoratori portuali: anche i marittimi possono, in certi casi, fare da sé


L'autoproduzione è un diritto, sancito dalla legge, da decenni, e i lavoratori portuali non hanno l'«esclusiva» sulla sicurezza, né si può «disconoscere la professionalità dei marittimi». La cosa certa è che non è qualcosa da mettere in discussione, al massimo va stabilito di volta in volta quando e come praticarla. Così AssArmatori entra nel merito della questione "autoproduzione", ovvero la possibilità per gli armatori di gestire in proprio servizi tradizionalmente esternalizzati come quelli tecnico-nautici (rimorchio, battellaggio, ormeggio e pilotaggio). «Il diritto delle compagnie di navigazione di autoprodurre operazioni portuali – spiega - è sancito da leggi nazionali ed europee in vigore da oltre vent'anni. Piena volontà e disponibilità a discutere le modalità attuative di questo diritto anche con le organizzazioni sindacali, ma non la negazione di questo diritto». L'autoproduzione è prevista dalla legge Antitrust del 1990 e dalla legge di riforma portuale del 1994.
 
L'11 maggio uno sciopero nei porti italiani si è svolto per protestare contro il fenomeno dell'autoproduzione. I sindacati italiani e tedeschi stringono alleanze. AssaArmatori fa riferimento a due casi recenti. In Sicilia, i sindacati protestano contro la decisione della compagnia Caronte & Tourist di estendere alla propria impresa controllata, C&T - Isole Minori Spa, l'utilizzo del personale di bordo, anche di marittimi dell'organico, per le operazioni di rizzaggio e derizzaggio di mezzi commerciali prevalentemente con autista al seguito e per altre tipologie secondo quanto adottato da tempo su altre linee di trasporto locale gestite dalla compagnia. Caronte Tourist si è detta disponibile a farsi carico di eventuali esuberi conseguenti a questa scelta. In Sicilia si applica quanto previsto dalla Legge 84/94 (comma 4, lett. d) dell'art. 16) e dal Decreto Ministeriale n. 585 del 31 marzo 1995 che ha stabilito le modalità attraverso le quali le imprese di navigazione possono avvalersi delle attrezzature e del personale bordo per effettuare operazioni e servizi portuali. Infine, qualche giorno fa Gnv è stata multata dalla Capitaneria di porto di Genova per aver operato in autoproduzione senza autorizzazione, multa che l'armatore contesta in quanto sostiene di aver agito in trasparenza e in accordo con la Compagnia dei lavoratori portuali. 
 
Due casi che, secondo AssArmatori, non vanno condannati e anzi dimostrano come l'autoproduzione è una realtà da rispettare, fatto salvo che essa stessa rispetti «le leggi e i regolamenti a tutela della sicurezza, delle posizioni sindacali e delle maestranze portuali». AssArmatori afferma che non si può «non rimarcare come il diritto all'autoproduzione sia un diritto oramai ben delineato e regolato».
 
Esistono però dei margini da valutare caso per caso, su questo l'associazione armatoriale ritiene opportuno «un confronto con il ministero competente, le Capitanerie, le Autorità di sistema portuale e i sindacati». Ma, attenzione, il confronto non è la messa indiscussione della legge: l'autoproduzione è «un diritto primario delle imprese armatoriali» e vanno individuati gli abusi.