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18 aprile 2025, Aggiornato alle 18,44
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Eventi

Archeologia, nuove scoperte nelle acque delle Eolie

Il team di ricercatori della Soprintendenza del Mare ha raccolto un'imponente quantità di immagini e dati da relitti sommersi a profondità comprese tra 80 e 120 metri


Nelle acque delle Eolie c'è un vero e proprio giacimento di reperti archeologici, apparentemente inesauribile. L'ultima conferma giunge dalle recenti indagini condotte dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana in collaborazione con la Gue (Global Underwater Explorers) e con il supporto della Brownie's Global Logistics. Il team di ricercatori, guidato da Sebastiano Tusa e Roberto La Rocca, con l'ausilio di Salvo Emma, ha svolto immersioni mirate in alto fondale, raccogliendo un'imponente quantità di immagini e dati da relitti sommersi a profondità comprese tra gli 80 e i 120 metri, in particolare nell'area della Secca di Capistello a Lipari, e nelle acque di Panarea.
"A Capistello – spiega nel suo blog l'archeologo subacqueo Michele Stefanile - si è esplorata l'area del ben noto relitto già sondato in passato, e sfortunatamente già oggetto di saccheggi. Si è constatata la presenza di parte del carico scivolato più in profondità nonché di numerosi ceppi d'ancora in piombo. La presenza di un numero consistente di ancore ha confermato la caratteristica del sito come luogo di sosta ed ancoraggio lungo le rotte antiche che interessavano l'arcipelago eoliano. Nei dintorni della nave, di cui si conserva ancora parte della chiglia, a circa 120 metri di profondità – conclude Stefanile - sono stati individuati la base ed il fusto scanalato di un thymiaterion fittile".

 

Fonte immagini: Soprintendenza del Mare Regione Siciliana