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Politiche marittime

A Napoli il presidente del porto è inutile

A metà marzo lo scalo compirà un anno di commissariamento. L'unico candidato alla presidenza è un medico. La verità è che non c'è alcun interesse del governo a sbloccare la situazione


di Paolo Bosso (da Repubblica Napoli del 21 febbraio 2014)
La nomina per il presidente del porto di Napoli ricomincia da capo insieme al nuovo governo guidato da Matteo Renzi. Attualmente l'unico candidato, l'infettivologo Riccado Villari, vista l'attuale incertezza, resta paradossalmente l'unico papabile.
Il 14 febbraio, in uno dei suoi ultimi interventi da ministro dei Trasporti del governo Letta, Maurizio Lupi ha inviato una lettera alla Regione Campania che rispondeva a una sollecitazione di qualche settimana prima dello stesso governatore Stefano Caldoro. La missiva chiudeva definitivamente la porta a Villari per due ragioni: in primo luogo il "no" (non vincolante) di qualche mese fa della Commissione Trasporti Pubblici della Camera alla sua nomina, e in secondo luogo il concreto rischio che l'infettivologo possa vivere la stessa parabola di Piergiorgio Massidda, ex senatore Pdl del governo Monti e figura professionalmente identica a quella dell'infettivologo napoletano: fisiatra, a settembre scorso il Consiglio di Stato lo aveva estromesso dalla carica di presidente dell'Autorità portuale di Cagliari per "mancanza di requisiti minimi professionali". Così Lupi ha tirato le somme e, a conclusione della missiva diretta a Caldoro, ha chiesto agli enti regionali preposti (Provincia, Camera di Commercio e Comune di Napoli) una nuova terna per la nomina del presidente dell'Authority partenopea.
Per Villari non ci sono più speranze? Non è assolutamente detto. Come sottolinea egli stesso, i pareri delle Commissioni di Camera e Senato «non sono vincolanti» e la sentenza di Massidda «riguarda Massidda», appunto. La sicurezza di Villari è fondata, e risiede proprio nella rocambolesca uscita di scena di Massidda dall'Autorità portuale di Cagliari. Dopo che a settembre scorso è uscito dalla finestra con la sentenza del Consiglio di Stato, a novembre, sulla base di una richiesta di sospensione della stessa sentenza da parte di Lupi, è rientrato dal portone principale come commissario (di sé stesso). Infine, il 29 gennaio è stato definitivamente "defenestrato" dal Consiglio di Stato che ha rigettato la richiesta di Lupi di annullare la sentenza.
Villari quindi sa benissimo a cosa va incontro casomai dovesse essere nominato alla guida del porto di Napoli. I suoi avversari, i candidati come lui alla presidenza, saranno pronti a fare ricorso forti proprio del precedente di Massidda. Ma l'infettivologo sa anche che il fisiatra è rimasto due anni a Cagliari prima che intervenisse il Consiglio di Stato. Due anni sono già abbastanza. Villari sa cosa serve la carica di presidente dell'Autorità portuale, e sa anche che, storicamente, non bisogna essere necessariamente esperto di porti per essere presidente di un porto.
La verità è che è ancora presto per formulare alcuna ipotesi su quale possa essere il candidato alla presidenza del porto di Napoli. Non è detto che Lupi resterà ministro dei Trasporti con il nuovo governo Renzi, non è quindi detto che la lettera con la quale ha chiuso definitivamente la porta a Villari possa valere in futuro. Intanto l'attuale commissario dello scalo partenopeo, il comandante delle Capitanerie Felicio Angrisano, resterà in carica fino al 12 marzo, ma ha già chiarito che tornerà a fare il militare. Insomma, per la nomina del presidente dello scalo di Napoli la strada non è in salita o in discesa, semplicemente non c'è ancora.
Nei porti italiani non vale il principio demagogico del "tempo stringe" e del "fate presto", perché non ce n'è bisogno: le presidenze delle autorità portuali italiane sono sempre state, sfacciatamente, il banchetto nel quale i partiti si spartiscono le poltrone. La verità è che il governo non ha alcuna necessità di nominare alcun presidente per il porto di Napoli. Lo dimostra proprio il modo in cui lo scalo è stato commissariato. Accadde quasi un anno fa, a marzo scorso. Non per incompatibilità professionali o per un'indagine della magistratura (come accadde nel 2008 all'allora presidente Francesco Nerli), ma perché dal ministero dei Trasporti non è mai arrivato alcun decreto di nomina.