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05 ottobre 2024, Aggiornato alle 15,06
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A Brindisi un picchetto Enel rallenta l'operatività del porto

Lo denunciano gli agenti marittimi della Puglia, chiedendo il ripristino del regolare approdo delle navi. Gorgoni: "I porti fanno servizio pubblico strategico"

Il porto di Brindisi (wikipedia.org)

«Ormai da quasi due settimane il porto di Brindisi è a tutti gli effetti bloccato da un'azione di protesta intentata dai lavoratori di un'azienda dell'indotto Enel che con un picchetto impediscono l'accesso e l'uscita dalle banchine portuali». Lo denuncia Marcello Gorgoni, presidente di Raccomar Puglia, l'associazione regionale degli agenti marittimi pugliesi. «Pur comprendendo le legittime proteste di lavoratori che vedono minacciato il loro posto di lavoro - continua Gorgoni - non è accettabile che si inneschi sulla crisi della centrale Enel una reazione a catena capace di annientare l'operatività del porto mettendo a rischio la sopravvivenza di molte aziende e centinaia di posti di lavoro nonché l'immagine del nostro porto».

Raccomar Puglie ha chiesto alle istituzioni competenti, in sintonia con il presidente nazionale di Federagenti, Alessandro Santi, garanzie sull'operatività del Porto. Una nave sta attendendo in rada da oltre una settimana di poter essere ormeggiata. «Questo destino - continua Gorgoni - potrebbe riguardare altre unità mercantili attese nelle prossime ore, mentre ad alcune unità, con disparità di trattamento, è stato consentito di operare. I porti svolgono una funzione strategica di servizio pubblico per il Paese, e pur rispettando le istanze dei lavoratori, non è né concepibile, né accettabile, che possano essere paralizzati o addirittura presi in ostaggio, senza che nessuna Istituzione competente intervenga».

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